ing. Casarosa: piano ciclabili da rivedere

In questo articolo, che ci è stato sollecitato dai nostri lettori, l’ing. Gabriele Casarosa fa il punto sulla programmazione delle prossime piste ciclabili rilevando criticità ed incongruenze con quelle già esistenti. Buona lettura. LA REDAZIONE

Piano ciclabili ci sono cose da rivedere

di ing. Gabriele Casarosa.

Come premessa tengo a distinguere la riconosciuta necessità che un qualsiasi lungomare sia dotato di una pista ciclabile in sede propria adeguata allo svago e alla comunicazione con i quartieri e il centro dalla filosofia di collegare punti opposti della Penisola attraverso itinerari ciclabili di centinaia di Km.
Come spiego nel mio saggio “Verso una Mobilità razionale – cinque paradossi italiani della mobilità sostenibile” ( a cui rimando per approfondimenti ) dal 2018 ( Legge 2/18) l’Italia è stata oggetto di un piano massivo di quasi 17.000 km di ciclovie extarurbane, per attuare il quale vale la pena di riflettere se un costo per km extraurbano che può raggiungere, o anche superare, i 150 €/km al servizio di pochi cicloturisti sia una delle priorità nazionali.

Venendo alla segmentazione urbana di questa infrastruttura si registrano disomogeneità tra quanto già costruito prima del progetto (Accademia/Rotonda) e la parti di recente progettazione.
Del tratto Cialdini Novi Lena sta – anche se tardivamente – maturando la consapevolezza collettiva della necessità di una ri-localizzazione a causa delle pesantissime interferenze con la circolazione primaria della città.
Del tratto Bellana/Terrazza sta emergendo la criticità di una marginalità rispetto all’attuale percorso adiacente a Viale Italia, tanto che il vecchio itinerario promiscuo continua ad essere percorso in parallelo, con completa indifferenza al rischio a cui vengono sottoposti i pedoni.
Criticità aggravata dalla mancata saldatura in luogo Piazza Vittime Moby Prince, complicata ulteriormente dalla assenza di visibilità dovuta a folta siepe. Sarebbe opportuno che questo aspetto venisse affrontato e risolto quanto prima.
Del tratto Terrazza/San Jacopo si evidenzia la necessità che venga immediatamente arrestato l’iter del progetto che verrà realizzato dopo l’estate, e che prevede di ricavare la ciclabile sul marciapiede del passeggio livornese per eccellenza, diminuendone la larghezza da 6 a 4 m. Così facendo, non solo si mette in competizione il pedone con il ciclista, non solo non si individua risposta per la sosta estiva degli scooter davanti ai Pancaldi, ma si lascia cadere la possibilità di risolvere una criticità incidentale in uno dei punti del Viale in cui è più acuta, dal momento che il tratto di carreggiata comprendente la curva Acquaviva ha una larghezza fuori norma di 9,5 metri, che potrebbe giungere a norma con 7 m di corsie veicolari localizzando la sede protetta ( 2,5 m ) della ciclovia a fianco dell’attuale margine senza sacrificare fascia di parcheggio
Del tratto Rotonda/Rex si valorizza la corretta riduzione della carreggiata operata dall’inserimento della pista ciclabile, ma si evidenzia il fatto che farla proseguire dalla Ballerina al Rex senza farla passare dall’interno costituisce una grave criticità in termine di sicurezza stradale e spazi di parcheggio sacrificati a causa della tortuosità del tratto e dalla sua larghezza insufficiente.
Del tratto Rex/Maroccone, infine, se ne loda la correttezza tecnica e se ne evidenzia la funzione importantissima di togliere i ciclisti dalla pericolosità indotta dalla percorrenza dello svincolo con la Variante Aurelia posto al km 307.